Da barista a barman: il salto di qualità in 7 mosse

Barista o barman?

Un barista non è barman, almeno non sempre, nonostante il luogo di lavoro possa sembrare lo stesso. Qualcuno sostiene che la differenza tra barista e barman potrebbe essere paragonata a quella tra banchiere e bancario.

Preferisco differenziare le due figure semplicemente dagli aspetti che ritengo più importanti e cioè quelli riguardanti la professione nel campo della ristorazione.

Il barman è una figura professionale la cui formazione sia stata fornita da un professionista del settore e quindi un altro barman, il quale avrà indotto nell’allievo le informazioni relative alla metodologia di lavoro del barman.

Il barista è una figura professionale la cui esperienza si basa soprattutto sull’apprendimento delle metodologie di lavoro insegnate sul campo da una persona che opera nel settore.

Le due definizioni possono sembrare identiche ma c’è un aspetto fondamentale che non deve essere trascurato. Il barista impara sul campo da persone non necessariamente qualificate e apprende quindi metodi che possono risultare efficaci in ambito lavorativo. Essi possono non fornire un metodo di lavoro universalmente riconosciuto e che possa affrontare tutte le problematiche nell’universo della ristorazione.

barista

L’importanza della formazione

Il barman riceve invece un’insegnamento da un professionista qualificato che trasmette una conoscenza della professione a 360 gradi, impartendo le dovute nozioni che trasformano l’allievo in un esperto del settore.

Abbiamo due considerazioni da affrontare:

  • non è detto che l’esperienza fatta sul campo non sia utile
  • non è detto che chi non affronti un corso universalmente riconosciuto non possa essere un professionista

Spieghiamo meglio i due punti: un barista non fa scuola, impara il mestiere sul campo.

Ciò è lodevole e utile, anzi necessario. Non si diventa barman leggendo un manuale, entrambe le esperienze fanno parte del percorso formativo. Ogni barman deve imparare la teoria e metterla in pratica, sempre!

Un barista che apprende il metodo e lo mette in pratica è un barman, senza discriminare l’uso della parola barista, che non si vuole assolutamente sminuire. E’ altresì vero che, specialmente nel nostro paese, si tende ad improvvisarsi qualsiasi cosa. Non è forse il nostro
il paese in cui tutti sono allenatori e presidenti del consiglio?

Basta quindi stare dietro un banco, avere bevuto diversi cocktail e sapere che rhum e coca vengono comunemente chiamati cuba libre?

Un barman ha bisogno della formazione basilare

barman-e-barista

Per affrontare sul campo il mondo barman la formazione deve essere qualificata. Ma non è affatto necessario frequentare un percorso accademico con l’obbligo di sottostare a tempi e costi imposti.

E’ molto semplice: se il tuo migliore amico fosse un barman e abbia un suo locale e vorrebbe insegnarti la professione senza farti pagare? Decidendo i giorni di frequentazione valutando i vostri personali impegni, non impareresti quindi la professione del barman?

Come abbiamo già detto: ricevere un insegnamento professionale da un professionista che ti rivela un metodo.

Il salto di qualità

In sintesi possiamo elencare i 7 vantaggi fondamentali che contraddistinguono un barista da un barman. Essi spiegano il motivo per il quale la richiesta di corsi da barman da parte dei baristi sia in continua ed inesorabile crescita:

  1. barman è un termine più appropriato e più professionale nel campo della ristorazione. Provate a chiamare astrologo un astronomo e capirete la differenza. Tempo fa diedi dell’infermiere ad una dottoressa, non sapendo distinguere le mansioni dal colore del camice, non vi consiglio tale esperienza.
  2. l’apprendimento della metodologia di lavoro del barman permette una grosso risparmio in termini di prodotti utilizzati. Si evitano inutili sprechi che possono verificarsi nella preparazione delle bevande, versando i prodotti misurando “ad occhio” o semplicemente perdendo del liquido durante la versata. 
  3. la metodologia lavorativa del barman permette di preparare ricette in modo preciso ed estremamente veloce perfezionando i tempi di lavoro. Con l’esperienza acquisita sul campo il barman saprà anche ottimizzare un’ordinazione complessa composta da bevande molto diverse tra di loro in termini di ingredienti e tipologia di preparazione.
  4. il metodo del barman consente di preparare cocktail singoli oppure in serie conservando la ricetta originale. Ogni barman è in grado di riproporre lo stesso cocktail più e più volte tenendo inalterato l’equilibrio degli ingredienti.formazione-del-barman
  5. un barman all’azione può essere un’eperienza molto interessante ed in molti casi affascinante da vedere. Il metodo di lavoro del barman consiste in una serie di gesti armonici ed eleganti che hanno la loro particolare evoluzione nel flair bartending e nel freestyle, discipline acrobatiche molto apprezzate per l’estrema spettacolarità. 
  6. la professione del barman è una posizione richiesta sul mercato perché le opportunità lavorative sono molteplici e non contemplano solamente il lavoro all’interno di locali o pub. Un buon barman è indiscutibilmente richiesto nei ristoranti, negli hotel, nelle discoteche, nei complessi turistici, nelle manifestazioni quali fiere od esposizioni, negli eventi come matrimoni, anniversari, compleanni ,feste ecc ecc. Un barman può scegliere se prestare occupazione nello stesso locale diventando il “resident” del locale stesso oppure decidere di occuparsi in determinate serate a determinati luoghi, decidendo di volta in volta la propria agenda “vendendosi” al miglior offerente.
  7. la figura del barman è ovunque riconosciuta e richiesta nel mondo per cui è molto più facile trovare occupazione all’estero, senza contare che il barman adotta un’unica sola lingua internazionale del bartender. Spetta poi ad ogni barman decidere se cercare occupazione all’interno di strutture in cui sia necessaria l’arte del barman oppure scegliere luoghi diversi. A nessun barman è vietato il mestiere di spillare birre! Anzi, sarà il gestore del locale ad esser più propenso ad assumere un barman piuttosto che una qualsiasi altra figura.

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In un chiassoso pub di Bracknell, nel Berkshire inglese, lavora una barlady milanese che dopo mesi a spillare birre si è inventata una sera a settimana in cui far fuori i fondi di magazzini con le one night a base di gin, vodka e rhum.
Anche questa è arte.

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