Chartreuse

Breve storia delle Chartreuse

I certosini e Grande Chartreuse

L’ordine monastico dei certosini venne fondato nel 1084 in Francia da San Bruno, con la costruzione della Grande Chartreuse, il primo monastero certosino. La Grande Chartreuse, situata nel comune di Saint-Pierre-de-Chartreuse, rimane tutt’ora il monastero di riferimento dell’ordine, e il priore locale è la massima autorità dell’ordine.

I monaci certosini conducono una vita molto rigorosa, fondata sulla preghiera, la solitudine, il silenzio e il lavoro. Tra i compiti dei monaci vi sono infatti le obbedienze da svolgere, così come la lavorazione di prodotti e manufatti da vendere per il sostentamento del monastero. Tra le produzioni artigiane spiccano liquori, amari e distillati: il più famoso è senza dubbio la Chartreuse.

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Elisir di lunga vita

Nel 1605 i monaci del monastero certosino di Vauvert, presso Parigi, ricevettero un dono molto prezioso: un manoscritto contenente la ricetta dell’Elisir di Lunga Vita. Fu il Maresciallo d’Artiglieria di Enrico IV, Maresciallo D’Estrées, omaggiò i monaci con la misteriosa ricetta del liquore.

I monaci impiegarono 32 anni prima di decifrare la ricetta, che venne poi prodotta nel monastero. Nel 1737 il monaco Antoine perfezionò la ricetta, producendo l’Elixir Vegetal de la Grande-Chartreuse. Il liquore è prodotto su una base di acquavite d’uva aromatizzata da una miscela di 130 botaniche, tra le quali erbe, spezie, piante, radici e foglie. Dopo un periodo di macerazione delle botaniche nell’alcol, la miscela viene distillata e addizionata con miele e sciroppo di zucchero. Infine la bevanda viene affinata all’interno di botti di quercia.

La Chartreuse Elixir ha una gradazione pari al 71% di volume alcolico e viene venduto in Francia come tonico digestivo, usualmente consumato in infusione sopra una zolletta di zucchero.

Chartreuse Verde

Il monaco Antoine, oltre a decifrare la ricetta dell’Elixir Vegetal de la Grande-Chartreuse, perfezionò nel 1764 una seconda ricetta, quella della Chartreuse Verde. Questa variante risulta più diluita, nonostante l’importante gradazione alcolica, che raggiunge il 55% di volume alcolico. Il nome deriva dal colore naturale di questa Chartreuse, ottenuta per mezzo delle botaniche macerate.

I sentori sono molto caratteristici ed intensi: anice, mentolo e agrumi su tutti, con una struttura delicata e armoniosa. La Chartreuse Verde ha un equilibrio perfetto, tra le noti dolci dello sciroppo di zucchero e miele e le note amare delle erbe.

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Chartreuse Gialla

Nel XIX secolo il frate Bruno Jacques elaborò un’ulteriore ricetta della Chartreuse, più morbida e meno robusta. Commercializzata dal 1838, la Chartreuse Gialla ha una gradazione pari al 40% di volume alcolico e risulta leggermente più dolce e soave della Verde. Il tipico colore giallo è anche esso donato dai prodotti vegetali.

Versioni V.E.P.

Esistono anche le versione invecchiate delle Chartreuse Gialla e Verde: sono le Viellissement Exceptionnnellement Prolungè, e cioè le versioni ad invecchiamento eccezionalmente prolungato. Queste V.E.P. invecchiano in botti di quercia per almeno otto anni e il risultato dell’affinamento dona delicatezza e raffinatezza uniche al mondo.

Non solo successo

La storia della Chartreuse e dell’ordine certosino non sono esenti da momenti di difficoltà. La Rivoluzione Francese fu un periodo durante il quale la produzione venne sospesa, così come la confisca del monastero. Inoltre, lo smarrimento della ricetta originale costrinse i monaci ad un ulteriore periodo di sospensione.

Nel 1903 i monaci certosini vennero esiliati e si trasferirono in Spagna, dove continuarono la produzione di Chartreuse. Il governo francese proibì ai monaci di utilizzare il nome originale, essendo i liquori prodotti al di fuori dei confini nazionali. I certosini rientrarono in Francia nel 1929 e sei anni più tardi una frana distrusse la distilleria: l’incidente costrinse i monaci ad emigrare la produzione nella città di Voirin.

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La ricetta segreta

La ricetta della Chartreuse è ancora avvolta dal mistero e dal segreto, sui quali i monaci sono molto rigidi. La formula è nota solo a tre monaci, ed è tramandata solo all’interno del monastero.

Chartreuse liscia

Il modo migliore per degustare le Chartreuse è dopo i pasti, tipicamente fredde o con ghiaccio: in questo modo viene esaltata la complessità del bouquet. Alcuni preferiscono allungare le Chartreuse Verde e Gialla con la soda, altri le impiegano nella costruzione di cocktail, sia aperitivi che after dinner.

Cocktail con Chartreuse

Le versioni Verde e Gialla della Chartreuse sono ben utilizzate nella miscelazione. Molti cocktail presentano il liquore certosino all’interno delle ricette, tra i quali alcuni drink molto conosciuti.

Uno dei più noti è l’Alaska, con Gin e Chartreuse Gialla, incluso nei celebri The Savoy cocktail book di Harry Craddock e Straub’s manual of mixed drinks”di Jacques Straub. L’Alaska è stato incluso nella seconda versione della lista ufficiali dei cocktail IBA del 1961.

Altri cocktail che impiegano la Chartreuse sono Last Word, Champs Elysèes, Take Five tra gli altri.

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Le ricette

Alaska
1 1/2 oz | 4,5 cl Gin
1/2 oz | 1,5 cl Chartreuse gialla

Last Word
1 oz | 3 cl London Dry Gin
1 oz | 3 cl Chartreuse Verde
1/4 oz | 1 cl Maraschino
1 oz | 3 cl Succo di Lime Fresco

Champs Elysèes
1 1/4 oz | 4 cl Brandy
1/2 oz | 1,5 cl Chartreuse Verde
3/4 oz | 2 cl succo di limone
1/2 oz | 1,5 cl simple syrup
1 dash Angostura bitters

Take Five
1 1/4 oz | 4 cl Vodka
3/4 oz | 2 cl Chartreuse verde
3/4 oz | 2 cl Cordiale al lime

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