Il termine Cocktail si presta a svariate teorie che cercano di determinare l’etimologia della parola, tanto cara a barman e avventori di tutti i bar e locali del pianeta.
Cocktail racchiude in sole otto lettere leggende ed ipotesi, mescolando, per l’appunto proprio come in un buon cocktail, diversi ingredienti che ne determinano il successo: storia, folklore, costumi, abitudini, avvenimenti bizzarri e un pizzico di sana follia.
Rimanendo in linea con le precedenti ipotesi, esiste una teoria che ha a che vedere con galli, piume e usanze.
Secondo tale teoria, non del tutto remota, la parola Cocktail è associabile al gallo: in questo caso senza avere attinenza con ricette o altre pratiche culinarie, bensì con i galli da combattimento.
Sembra infatti che durante i combattimenti tra i galli, in passato molto frequenti e tuttora legali in molti paesi, ci fosse l’abitudine di preparare i contendenti dando loro in pasto una mistura di pane imbevuto di alcolici, in modo da stimolare l’aggressività.
Il proprietario del gallo vincente usava quindi bere, a fine match, parte del drink, come abitudine del tempo.
Esiste anche una versione differente, ma che ha una stretta correlazione con i match di galli da combattimento: alla fine della disputa si usava brindare alla vittoria inserendo in miscele di alcol le penne del gallo, in numero corrispondente alle penne perdute durante l’incontro.
La teoria si basa su fatti molto verosimilmente corrispondenti alla realtà, anche se l’associazione tra tali fatti e l’origine del termine cocktail pare ancora ardua: sembra invece certo che le penne di gallo inserite all’interno dei bicchieri furono gli antenati dei moderni flamingo swizzle sticks.