Il cocktail perduto è quel drink che è stato “dimenticato” per motivi che possono essere diversi tra di loro, e che in ogni caso hanno fatto in modo che il drink non abbia la visibilità che invece meriterebbe, secondo il parere del Barman di turno.
Il cocktail perduto è quel drink che non viene più richiesto, o poco reclamato, perchè passato di moda in favore di altre miscele.
In molti casi il cocktail perduto è invece meno conosciuto perchè al di fuori degli ordinari drink menù oppure non familiare ad alcuni barman.
Il cocktail perduto è anche quel drink che, seppure noto, subisce pregiudizi o appaia di difficile approccio.
Il cocktail perduto è anche, e soprattutto, un modo efficace per far conoscere quelle ricette che meriterebbero più conoscenza; per arricchire la cognizione di questi cocktail alcuni tra i più abili e noti professionisti del banco esprimono il proprio parere, donandoci un cocktail perduto.
Luca Simonetta, bartender fondatore del MyLounge di Lecco ed ideatore del format Bartender Battle, ci svela il suo cocktail perduto:
“Se dovessi dirti un drink che personalmente reputo eccezionale è il Daiquiri, ma non posso certo dirti che sia poco richiesto, anzi, soprattuto al Mylounge ne preparo parecchi.
Un cocktail che invece reputo ottimo, ma intorno al quale ci sia molta diffidenza, è il Bloody Mary, che è sicuramente famoso ma ben poco richiesto: credo che le persone non riescano ad associare il succo di pomodoro al resto del drink.
Io propongo un Bloody Mary con una estrazione di pomodori tiger, ed invece della classica vodka preferisco usare una cachaca bagnata con olio di oliva: è una ricetta studiata da Jimmy Bertazzoli.
Mi dispiace davvero che sia poco richiesto, perchè lo reputo ottimo, tanto che ultimamente lo propongo ai clienti più curiosi e disposti a sperimentare”.