Cocomacoque, il cocktail con rum (e senza cocco)

Cocomachè? Cocomacoque!

Se è vero che il nome è il principale biglietto da visita, è altresì innegabile che a volte il pregiudizio (in quanto giudizio elaborato prima della conoscenza) può essere in seguito completamente ribaltato. Cocomacoque è il nome del drink latinoamericano tra i più diffusi ma non così noto al grande pubblico.

Il nome può essere fuorviante: per un italiano può essere scambiato per uno scioglilingua, o per una frase tipica dialettale (a qualcuno ricorda il suono di alcuni dialetti pugliesi). Per altri può ricordare un drink o un piatto a base di cocco, molto comuni nella cultura del centro e sud America.

Il Cocomacoque è in realtà un drink fresco ed originale, a base di rum – ingrediente principe della miscelazione cubana e tropicale – ma, con sorpresa, privo di cocco e derivati del cocco.

Ricetta del Cocomacoque

La ricetta del Cocomacoque varia di paese in paese, anche se le differenze tra le versioni sono minime. Questa la ricetta del drink più accreditata:

  • 1 1/2 oz | 4,5 cl RUM LIGHT
  • 2 oz | 6 cl SUCCO ANANAS
  • 2 oz | 6 cl SUCCO ARANCIA
  • 1 oz | 3 cl SUCCO LIMONE
  • COCOMACOQUE-COCKTAIL2 oz | 6 cl VINO ROSSO

BICCHIERE: collins glass

TECNICA DI PREPARAZIONE: shake and strain

GUARNIZIONE: fetta d’ananas

PROCEDIMENTO

Versare gli ingredienti – ad eccezione del vino rosso – in uno shaker con ghiaccio, agitare vigorosamente e filtrare in un collins glass con ghiaccio, Aggiungere il vino rosso e guarnire con una fettina di ananas.

NOTE

Alcuni bartender non filtrano il preparato dopo averlo lavorato nello shaker, ma versano direttamente nel bicchiere. La soluzione costruita con tecnica build – benché adottata – non sembra avere molta efficacia.

Storia del Cocomacoque

Non esistono molte notizie dettagliate relative al Cocomacoque: sembra che il drink sia di origine cubana, ed in seguito si sia diffuso per tutto il centro e sud America.
La popolarità del drink in paesi quali Venezuela e Brasile conferma la capillarità della diffusione, avvenuta probabilmente a metà del secolo scorso.

Secondo una fonte, il drink venne citato in un imprecisato manuale del 1944 con il nome di Coco Majicco, notizia difficile da confermare.

Ciò che inopinabile è la “parentela” con alcuni tra i cocktail più noti della miscelazione tropicale e latina: le similitudine con drink quali pina colada, caixeta colombiana e painkiller è rimarcata da molti. La miscela di succhi di frutta e agrumi avvicina il Cocomacoque alla miscelazione tiki e tropicale; la diffusione del drink nel territorio brasiliano coincide con il paragone – avanzato da molti – con la capirinha de coco (che a me pare azzardato).

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Il vino

La sorprendente – e riguardevole – presenza del vino rosso rende il Cocomacoque originale, per le latitudini nel quale prospera. La scelta del vino deve ben ponderata, data la consistente presenza nella ricetta. In molti consigliano vini fruttati: i francesi Beaujolais e Bourgogne, Rioja Crianza dalla Spagna e i nostrani Chianti e Sangiovese.

Il rum

Entriamo in un campo tanto esteso quanto complicato: i fanatici del rum odieranno l’uso dei tradizionali (e relativamente economici) Bacardi o Havana Club. Si prediligono ron blancos cubani, un classico Flor de Cana dal Nicaragua o l’eccellente Veritas di Foursquare, blend delle Barbados considerato semplicemente il miglior rum al mondo per la miscelazione.

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