Fred Jerbis è un marchio relativamente giovane nel panorama degli spiriti italiani e si è subito imposto come uno dei Gin nostrani più riconosciuti nel mondo della miscelazione, dagli addetti ai lavori ma anche dal pubblico.
Fred Jerbis non è solo gin: i prodotti in circolazione sono tre, ed oltre al celebre distillato sono presenti un vermouth e un bitter, che idealmente si uniscono in un matrimonio dal quale nasce il cocktail italiano più famoso nel mondo.
Fred Jerbis nasce in Friuli per opera di Federico Cremasco, con un passato (ma anche un presente…) da barman e una profonda conoscenza dei prodotti della natura dai quali ricava i suoi prodotti; Federico esprime una forte passione ma anche una importantissima competenza in ogni settore possa riguardare la produzione di prodotti così particolari.
Federico racconta così il suo alter ego, Fred Jerbis:
Fred Jerbis
“Fred Jerbis non è altro che un alias che mi rappresenta: Fred è il diminutivo del mio nome, Federico, mentre Jerbis significa Erbe in friulano: il progetto nasce proprio dalla mia passione per le piante.
In tempi non sospetti mia madre preparava dei liquori fatti in casa e quando mi trasferii andai ad abitare di fronte ad un orto botanico gestito da una scuola: quando si dice “il caso”…
Conosco abbastanza bene le piante e le coltivo direttamente io, gestendole quindi dall’inizio alla fine del processo.
Le ricette dei miei prodotti sono basate sui miei studi approfonditi su antichi ricettari di un aromatiere del nord est.”
Prodotti
IL GIN
“Il mio prodotto è totalmente italiano, dai prodotti base sino alla distillazione del ginepro, che viene effettuata in Friuli; anche le etichette, i tappi e le bottiglie sono totalmente nostrane.
Il nostro patrimonio culturale è molto ampio ma lo è anche quello della flora, che ha una vastita che non si trova altrove.
Nel Gin 43 sono presenti, il nome stesso lo indica, 43 botaniche, tutte italiane: se escludessimo il ginepro e gli agrumi, presenti negli altri prodotti, potremmo reputarlo un distillatto 100% friulano.
Il Gin presenta sia la parte dolce che quella amaricante, che lo rende ideale da abbinarsi alla stragrande maggioranza delle toniche.”
IL VERMUT
“Oltre al gin produco vermut e bitter, che insieme formano il cocktail italiano più famoso del mondo, il caro Negroni.
Il vermut ha modificato la storia della miscelazione mondiale, segnando un solco.
Il vino utilizzato non può essere che friulano, in particolare il Verduzzo della zona del Collio, che credo sia una delle zone migliori al mondo per i bianchi; il Verduzzo non è trattato e viene venduto subito dopo la fermentazione.
Il vino è decisamente aromatico e fruttato, e questo serve per creare l’alchimia particolare che si ritrova nel vermut.
Sono utilizzate 25 botaniche, sono assenti conservanti e coloranti, e viene aggiunto dell’alcol per arrivare alla gradazione alcolica minima del 18% per garantire la stabilità del prodotto: l’introduzione di alcol è quindi voluta per garantire la qualità e non per rientrare in determinate fasce fiscali.
Oltre alle botaniche viene effettuato un invecchiamento ed il prodotto finale ha un sentore quasi da Marsala ed un gusto molto particolare, con note molto profumate, il che è una caratteristica che rende il prodotto unico e con un certo carattere.
Consiglio la miscelazione in cocktail particolari, mentre in drink più semplici, come l’Americano, riesce a tenere il confronto con il bitter, risaltando molto all’interno del cocktail.”
IL BITTER
“Il bitter è più semplice da produrre rispetto al vermut e al gin, così ho pensato al benessere del cliente, eliminando i coloranti (ed i conservanti) e riducendo la percentuale di zucchero, che fanno del mio bitter uno di quelli con la più bassa percentuale zuccherina.
Il colore è infatti donato dalle botaniche, e lo zucchero immesso è bruciato, che da un tocco speziato chiudendo la complessità del prodotto.
Sono utilizzate 34 botaniche per un grado alcolico del 25%.”
Formazione, miscelazione e…
PREPARAZIONE
“La passione per le botaniche non basta da se, infatti mi sono documentato moltissimo sui libri, anche perchè trovo molte lacune negli istituti per quel che concerne la miscelazione.
Ho effettuato dei corsi, cercando di poter assorbire il maggior numero di conoscenze: ho svolto anche corsi molto particolari con degli esperti.”
LA DISTRIBUZIONE
“Al momento sono indipendente ed ho preferito andare io di persona a conoscere chi avrebbe fatto il distributore: voglio qualcuno che conosca il settore e che non tratti la sola parte economica, che è fondamentale ma non è tutto.
Anche l’agente deve conoscere ciò che ha in mano, anche perchè il mio Gin è molto particolare, al suo interno vi sono sei tecniche di estrazione, non è un gin comune.
Mi sono mosso di persona andando a effettuare le presentazioni in tutte le regioni d’Italia, a conoscere con chi avrei collaborato e in che modo.”
MISCELAZIONE
“Potrei darti molte ricette in cui utilizzarlo ma il mio consiglio è di dare la bottiglia in mano allo chef di fiducia: ho trovato già alcuni professionisti che lo hanno usato, con risultati sorprendenti.”
Numeri e numerologia
I NUMERI
“Nel primo anno, che si è chiuso nel giugno 2016, sono state distribuite 2600 bottiglie e la richiesta è aumentata, fatto che mi obbliga ad aumentare la produzione.
Questo fatto può essere letto in modi differenti e la mia interpretazione è che se una produzione di nicchia aumenta significa che anche la consapevolezza dell’utente finale è aumentata, ed i barman giocano un ruolo chiave in questo; il barman di oggi deve saper dividere informazione e formazione e soprattutto ha l’onere di sviluppare una certa cutura anche tra il pubblico.”
NUMEROLOGIA
“Considero il 7 il mio numero preferito, o fortunato, ed ho voluto personalizzare in maniera ancor più profonda questo fatto.
La somma delle cifre che compongono il numero di botaniche risulta infatti sempre 7 (25, 34, 43).
Il problema più pressante è stato convincere il grafico a seguire le mie direttive sulle misure perchè le grandezze di tappo ed etichetta seguono questo dettaglio.”