Il Jungle Bird cocktail

Il Jungle Bird

Cocktail dal nome esotico e dall’aspetto tropicale – ti aspetteresti di averne uno in mano tra le sabbie di una spiaggia qualsiasi dei Caraibi – il Jungle Bird è un cocktail poco definibile ma assolutamente gradevole, che finalmente ha trovato la propria collocazione nell’Olimpo dei drink. Ideato negli anni 70 tra le mura di un prestigioso Hotel asiatico, il Jungle Bird ha una storia lunga e affascinante, che si snoda tra i decenni ed i continenti.

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Ricetta del cocktail Jungle Bird

Il cocktail Jungle Bird viene preparato con tecnica shake and strain in presenza di ghiaccio; questa la ricetta* del drink:
• 45 ml di Blackstrap Rum
• 22,5 di Bitter Campari
• 45 ml di Succo di ananas
• 15 ml di Succo fresco di lime
• 15 ml di Sciroppo di zucchero Demerara

Bicchiere: tumbler basso
Tecnica: shake and strain
Guarnizione: spicchio di ananas
Procedimento: versare tutti gli ingredienti nello shaker con ghiaccio, agitare vigorosamente e versare filtrando nel tumbler basso colmo di ghiaccio. Decorare con lo spicchio di ananas.

*ricetta proposta da I Cocktail IBA 2023

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thanks to: I cocktail IBA 2023 – Fadda, Donnaloia, Lee, Maura, Ambrosi, Di Francia

Dalla Malesia con colore

A dispetto delle apparenze – che farebbero ipotizzare delle origini caraibiche – il cocktail Jungle Bird nasce dall’altra parte del globo, in Malesia, tra l’Equatore e il Tropico del Cancro. Il cocktail nasce dall’esigenza di creare un drink di benvenuto per i clienti del prestigioso Hilton Hotel di Kuala Lumpur, che fosse all’altezza del rango della struttura – primo cinque stelle di tutta la Malesia, aperto nel 1973.

Reinhard Steffen, direttore F&B e in origine supposto padrino del drink – incaricò invece Jeffrey Ong di ideare il cocktail per gli ospiti. Il bartender al comando della barra dell’Aviary Bar all’interno dell’Hilton, si lasciò ispirare dall’enorme piscina che si poteva ammirare dal bar, sopra alla quale svolazzavano numerosi e magnifici uccelli tropicali.

Giamaica, Guyana, tropici e …Italia

La ricetta di Ong è una combinazione di ingredienti eccellenti derivanti da paesi molto distanti. Dalla Giamaica il Rum, come ogni tiki drink che si rispetti; la Guayana apporta il suo contributo con il pregiato zucchero Demerara mentre dai tropici si ricavano i succhi di frutta locali. L’Italia partecipa alla ricetta grazie al Bitter Campari, che è la vera e geniale intuizione del barman malese: la nota amaricante del Campari stupisce e dona vitalità ad un tiki drink sui generis, che proprio per la presenza del bitter esce dagli standard.

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thanks to: thirstmag.com

Il bar manager e il barman

La figura di Jeffrey Ong venne in parte oscurata da quella di Reinhard Steffen, che molti ritenevano il creatore del Jungle Bird. Quando l’equivoco fu chiarito – Steffen non impose mai la sua figura a quella di Ong – il barman originario del Penang ricevette gli onori del caso.

Quando Ong decise di cambiare città si trasferì a Penang presso il Rasa Sayang Resort, dove creò un altro cocktail entrato nella storia della miscelazione malese (e non): l’Asmara.

Ong Swee Teik e Jungle Bird Days

Ong Swee Teik – il vero nome di Ong – era una persona molto gentile e riservata, che si prendeva cura del suo staff. La moglie del barman ha confessato che Ong – oltre ad essere molto silenzioso – non amava bere! Gli strumenti per creare i suoi drink erano semplici assaggi e un olfatto fuori dal comune. In onore del papà del cocktail più famoso di tutta la Malesia – scomparso nel 2019 – ogni anno nei migliori bar della Malesia si festeggiano due settimane dedicate al Jungle Bird, tra la fine di giugno e l’inizio di luglio.

Tra gli internazionali

L’uscita della nuova lista dei Cocktail IBA del 2023 – pubblicata a febbraio del 2024 – sancisce ufficialmente un riconoscimento al cocktail Jungle Bird, che entra nella categoria dei New Era Drinks. Il board dell’IBA, condotto dal presidente Giorgio Fadda, omaggia Ong e la sua creazione, a mezzo secolo dalla nascita del drink.

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I mecenati del Jungle Bird: John J. Poister e Jeff Beachbum Berry

Come ha fatto il Jungle Bird ad uscire dalle pareti dell’Hilton? Probabilmente grazie agli ospiti del lussuoso hotel di Kuala Lumpur, che si presume siano persone con notevole facilità di spostamento (e da qui la diffusione del drink).

Il Jungle Bird è rimasto però sotto traccia per alcuni decenni, sino a quando John J Poister pubblica The New American Bartender’s Guide, dove il Jungle Bird compare tra le oltre 2000 ricette. La ricetta del drink inizia a girare di bancone in bancone, di città in città, svelandosi al grande pubblico.

La fama mondiale viene concessa nel 2003, quando Jeff “Beachbum” Berry pubblica Intoxica!, ricettario dedicato alle ricette dell’età d’oro del Tiki Bar. La ricetta di Berry, adottata anche dall’IBA, evolve il drink, introducendo il Blackstrap in luogo del più comune rum scuro.

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thanks to: bsgcraftbrewing.com

Blackstrap Rum

La base del Jungle Bird è composta dal Blackstrap Rum: di cosa si tratta? L’argomento è in grado di scatenare un dibattito tra i puristi del rum e i promotori di “nuove tendenze”. Il Blackstrap Rum – da non confondersi con il cocktail Black Strap (o Black Stripe) – è definito come “rum nero”, che da se può significare nulla.

Questo tipo di rum – non possiamo trattarlo come una vera e propria tipologia – è prodotto a partire da una melassa che viene riscaldata tre volte, con lo scopo di formare nuovi cristalli di zucchero. La definizione di Richard Seale “melassa finale” come ultima lavorazione della melassa prima che diventa sgradevole pare azzeccata: il celebre master distiller di Foursquare non è affatto concorde nella nomenclatura Blackstrap, ritenendola una sciocchezza.

In genere questo tipo di rum è molto scuro e con toni terrosi e salati, decisamente forti al palato; spesso addizionato con il caramello, è un ottimo compartecipe per la definizione di cocktail a base di rum.

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Trovi il Jungle Bird all'interno del nuovo I Cocktail IBA 1961 - 2023 , il ricettario che include tutte le ricette delle 7 edizioni della lista ufficiale IBA, dal 1961 ad oggi.

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