Le guerre del whisky
Il whisky – o whiskey – è il nobile distillato dalle antiche origini, nato probabilmente in Gran Bretagna in un periodo indefinito, che può essere incluso tra durante il XV secolo. Prodotto-simbolo dei distillati e ingrediente favorito nella miscelazione mondiale, il whisky ha assunto nella storia un ruolo ben più importante rispetto a quello di bevanda, e alla funzione di accompagnare le ore liete degli amanti del buon bere.
Merce di scambio, moneta, emblema, bene e investimento: le dimensioni del whisky sono molteplici, e questa versatilità ha in parte contribuito a costruire l’identità di un prodotto che non ha forse eguali nel mondo.
L’importanza e l’attenzione di cui gode – e ha goduto – il whisky è notevole, e non dovrebbe stupire che per il whisky (e in nome del whisky) si sia arrivati addirittura a combattere!
Contese e ribellioni
Si parte dal principio: whisky o whiskey? Il solo nome rappresenta una divisione (se non fonte di conflitto) che simboleggia una disputa plurisecolare. Il whisky è il distillato prodotto principalmente in Scozia, Canada e Giappone; ciò che viene distillato negli Stati Uniti e in Irlanda viene chiamato whiskey.
Dove nasce? In Scozia o in Irlanda: sebbene la leggenda indichi in San Patrizio il primo distillatore di whisky, le fonti scritte attestano che il whisky era già presente in Irlanda nel 1405 e in Scozia nel medesimo secolo. La pratica della distillazione – importata in Europa dall’Arabia – prese piede a partire dal XII secolo e venne narrata da illustri personaggi del tempo. Tutto ciò fa supporre che la nascita del nobile distillato avvene prima del XV secolo, ma ciò non basta a risolvere la contesa circa la patria del whisky.
Negli Stati Uniti – terra di importanza centrale per il whisky – il distillato di cereali divenne il simbolo della volontà dei nuovi americani di rendersi indipendenti dalla madre patria inglese. La produzione clandestina e il contrabbando divennero pratiche comuni tra gli americani, che si ribellavano alle pressione inglese.
La prima guerra del whisky: Whisky Rebellion
Fu proprio negli Stati Uniti che avvenne ciò che si può considerare come la prima Guerra del Whisky: la famosa Whisky Rebellion. Alla fine del XVIII secolo, subito dopo il termine della vittoriosa Guerra d’Indipendenza Americana, il Governo Federale dovette fare fronte ai debiti degli stati che si erano economicamente indeboliti durante la rivoluzione. Tra le decisioni del Segretario del Tesoro fu istituita una tassa sugli spiriti nel 1791. Il provvedimento introdusse un’accisa di 6 cent a gallone per i grandi produttori e di 9 cent a gallone per i piccoli produttori, tra i quali la grande maggioranza era formata da coloni scozzesi e irlandesi.
La tassa sul whisky venne immediatamente contestata attraverso proteste pacifiche ma vibranti, che divennero successivamente violente, ai danni degli esattori tributari. Quando i coloni alzarono il livello della protesta, innescando atti dimostrativi quali il furto della posta e assalti agli esattori, il presidente George Washington decise nel 1794 di invocare la legge marziale, attuando una misura autoritaria e decisa contro i ribelli. Lo stesso Washington, il Segretario del Tesoro Alexander Hamilton e il generale Henry Lee organizzarono la risposta governativa radunando un esercito di 13000 soldati in marcia verso la Pennsylvania, luogo degli scontri più accessi.
Venti coloni furono arrestati, uno di essi morì e due vennero condannati a morte, ed in seguito graziati. La rivolta venne domata, dimostrando agli americani che le proteste violente non sarebbero più state ammesse: la tassa venne abolita nel 1803.
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La figura di Washington tra whisky e …
Il presidente George Washington diresse in prima persona l’esercito americano nella Whisky Rebellion, nonostante egli stesso fosse un produttore di whisky. Washington possedeva una distilleria a Mount Vernon, attiva dal 1797, che divenne la più grande di tutti gli Stati Uniti. Mount Vernon è una distilleria tutt’ora attiva e visitabile.
Washington fu quindi una personalità attiva nella produzione e nel commercio di whisky, ma non solo; la figura del primo Presidente degli Stati Uniti è legata a doppio filo ad un altro distillato dalla lunga e leggendaria storia, oltre che dalla grande importanza storica e sociale: il rum.
Lo Sugar Act imposto dagli inglesi nel 1764 introdusse nuove tasse per i coloni per i prodotti d’importazione, tra i quali lo zucchero; la tassa seguiva il Molasses Act del 1733, che tassava – tra gli altri – il rum e la melassa. La pressione fiscale rese ancora più ostico il rapporto tra le Tredici Colonie in terra americana e il governo Inglese, e la ribellione dei commercianti (anche di rum) del Nuovo Mondo iniziò quel processo che sfociò nella Guerra d’Indipendenza.
Washington entra quindi nella storia del whisky e del rum: non a caso uno dei motti di Washington sosteneva che un boccale di rum poteva trasformare un soldato esausto in uno pronto a combattere. Il rum era anche una delle bevande favorite di Washington durante i comizi della propria campagna elettorale, insieme a punch e birra.
La seconda guerra del whisky: Whisky War
In epoca assai più recente si svolse la Whisky War, un conflitto che iniziò formalmente nel 1973 e terminò solo nel 2022, che ebbe come teatro della “battaglia” l’Isola di Hans, un isolotto delle dimensioni di 1.3 km quadrati e totalmente disabitato e privo di costruzioni.
L’isola – battezzata isola di Hans in onore dello scopritore, l’esploratore groenlandese Hans Hendrick – si trova nel canale Kennedy, nello stretto di Nares, perfettamente equidistante tra i versanti canadese e danese.
La scoperta di Hans e la sovranità danese vennero messe in dubbio dai canadesi, che rivendicarono la scoperta, accendendo un dibattito politico durante il XIX secolo, che divampò in una disputa ufficiale nel 1933. La disputa si trascinò durante il XX secolo – complici la dissoluzione della Società delle Nazioni e la Seconda Guerra Mondiale – e i colloqui tra Danimarca e Canada vennero ripresi nel 1973.
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La guerra più amichevole della storia
L’escalation bellica iniziò quando in canadesi piantarono la propria bandiera e lasciarono una bottiglia di Canadian Whisky sul suolo dell’Isola di Hans; nel 1984 una spedizione danese guidata dal Ministro per gli Affari Groenlandesi rispose alla provocazione canadese, issando nuovamente la bandiera danese e posando una bottiglia di brandy danese in sostituzione dei vessilli canadesi, apponendo un cartello recante la scritta Velkommen til den danske ø! («Benvenuti su un’isola danese!»).
In seguito i due “eserciti” alternarono dei reciproci raid che consistevano nell’attraccare sull’isola, bere la bottiglia del rivale e issare la propria bandiera. Il conflitto terminò nel 2022, quando Canada e Danimarca firmarono un “accordo di pace” che divise l’Isola di Hans in due territori, al 60% danese e 40% canadese, decretando la fine dei dispetti e creando il confine più settentrionale del mondo.
I rapporti amichevoli tra i due membri NATO e l’irrilevante valore dell’isola non permisero la nascita di una vera disputa: la Whisky War viene ricordata per le comiche imprese dei due rivali ed è tutt’ora definita come “il conflitto più amichevole della storia“.
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