Nel mondo della miscelazione, ma in genere nell’intero settore beverage ed in particolare nel mondo brewing, vi è una predisposizione ai prodotti artigianali ed alla cura di essi.
Parallelamente si può osservare una ricerca stilistica anche su oggetti che potremo definire secondari, anche se non lo sono, e cioè tutto ciò che non sia il prodotto finale di consumo.
Si tratta di una particolare cura nei dettagli e nella confezione, con l’elaborazione di esclusive bottiglie, etichette, attrezzature ed utensili; la stessa attenzione che viene posta negli arredamenti dei locali, dal mobilio agli oggetti esposti con lo scopo di abbellire il luogo.
In questa rinnovata ricerca per la bellezza dell’oggetto è possibile confermare un rinnovamente del settore, ed in tale direzione è il lavoro che viene svolto da alcuni artigiani che si occupano della creazione di oggetti unici e armoniosi.
Massimo Zacchi è un appassionato della cultura celtica che si è riconvertito ad artigiano, grazie un positivo spirito di iniziativa che ha reso i suoi prodotti, le Lighting Bottles, lampade a tema “alcolico”, sempre più presenti tra appassionati e locali.
“L’idea del laboratorio è nata innanzitutto da una condizione, e cioè quella di ritrovarmi con parecchio tempo a disposizione.
Ho lavorato per anni in una azienda che tratta lampade e illuminazione in genere, e la mia vita è contraddistinta da una forte passione per l’Irlanda ed il mondo celtico, che inevitabilmente comprende anche le birre ed il whisky, che sono prodotti nazionali ed allo stesso tempo caratterizzano molto la vita sociale del popolo.
Ho pensato che si potesse fare qualcosa con gli oggetti a disposizione ma anche con la mia conoscenza della cultura e di una certa manualità per il settore: ho unito il tutto ed è nata Lighting Bottles.
Io utilizzo del materiale di recupero ma che in realtà rappresenta dei piccoli oggetti molto belli, in alcuni casi artistici, come le bottiglie vuote di birra e di alcolici per creare delle lampade di ogni tipo e di ogni genere, in base al mio gusto ma anche dietro indicazione o commissione di chi desideri avere un oggetto totalmente unico in quanto assemblato in maniera artigianale.
Le lavorazioni sono molto accurate, per via della natura fragile del vetro, ed infatti i primi prototipi sono stati soggetti ad incidenti, fatto che ora accade molto raramente.
In sostanza il mio piccolo laboratorio è fornito di un trapano e degli utensili per lavorare il vetro, oltre alla normale attrezzatura che mi consente di preparare il cabalaggio della parte elettrica.
Essendo l’autore anche dei paralumi utilizzo dei colori acrilici per le decorazioni, che spesso mi vengono richieste sotto forma di loghi generici, come squadre sportive o gruppi amatoriali, oppure di specifici brand, nel caso di richieste da parte di pub e locali in genere.
Attualmente vado alla ricerca di bottiglie singolari, e ci sono veramente centinaia e centinaia di tipologie.
Ora ho a disposizione un piccolo assortimento di lampade che elaboro secondo il mio gusto, personalizzandole anche a seconda del marchio che utilizzo; questo piccolo stock in continuo mutamento è quello che porto nei locali che accolgono le mie esposizioni, ed è lo stesso che metto in vetrina durante le mostre o gli eventi settoriali, come raduni musicali, fiere ed eventi legati al mondo della birra e dei locali.
Il mio lavoro, a detta di chi ha acquistato le lampade, ha un buon successo, e sto ricevendo richieste da ogni parte d’Italia; sotto questo punto di vista mi piace sottolineare la totale unicità dei miei prodotti perchè ogni pacco è diverso dall’altro, in quanto segue la filosofia del riutilizzo di materiali integri.
Grazie alla mia passione del mondo celtico le Lightning bottles sono visibili anche all’estero, tra Scozia ed Irlanda, e grazie al sito ricevo di continuo dei contatti.
La gamma dei prodotti è molto semplice ma può coprire l’esigenza di ogni locale, dato che realizzo lampade da tavolo, le classiche abat jour, ma anche lumi e lampadari da parete e da soffitto.”