Il Gin italiano negli ultimi anni ha aumentato la propria gamma, oltre che la produzione, gazie alla riscoperta di un distillato storico e la nascita di prodotti nuovi, che seguono la benevola onda di successo del celebre prodotto di origine olandese, tanto caro agli inglesi.
Il Gin ha attirato su di se molta notorietà, indotta a tavolino oppure semplicemente amplificata dalla riscoperta di un certo tipo di miscelazione; come spesso accade in momenti storici di questo tipo si verificano due tendenze fondamentali, e spesso antitetiche.
L’interesse verso un determinato tipo di prodotto provoca una sorta di corsa all’oro in cui molti produttori, attirati da facili guadagni, cercano di elaborare dei manufatti sulla scia di altri, ponendo il fattore “tempo” come principale: usualmente si tratta di aziende che intendono assorbire ricchezza velocemente, sapendo che la notorietà del momento verrà, prima o poi, spostata verso un altro prodotto. E’ facile intuire che la cura del prodotto stesso sia in secondo piano rispetto ad altro.
La medesima notorietà provoca però un sussulto positivo che spinge alcune aziende, già presenti nel settore oppure createsi per l’occasione, a versare in direzione dell’oggetto della celebrita delle cure e attenzioni dedite alla produzione di qualcosa che sià di qualità.
Nel fenomeno Gin abbiamo certamente assistito a degli sfruttamenti occasionali, constatando però un gran numero di produttori nostrani che si sono proposti al Gin creando versioni molto interessanti ed in alcuni casi inaspettatamente di alto livello.
E’ secondo quest’ultima tendenza che è stato elaborato il Major Gin.
Major Gin nasce dalla comunione di una giovane impresa caratterizzata da un forte entusiasmo, una distilleria storica ed un artista della distillazione, e dalle direttive di un vero maestro del bar: Mattia Desidera e Fabio Zanetta di Major Company, Arturo Rossi e la Distilleria Rossi di Angera e Massimo Stronati danno vita al Major Gin.
Dalle parole del barman milanese scopriamo i segreti del Gin lacustre:
“Tra me ed i ragazzi ideatori del progetto è nato da subito un buon feeling, associati dalla comune conoscenza della distilleria Rossi di Angera, con la quale io collaboro da tempo: attualmente sono brand ambassador del Major Gin e prima che venisse definitivamente elaborato sono stato invitato a partecipare a dei tasting per determinare il prodotto finale.
Major Gin è un progetto indipendente che nasce sul lago Maggiore per volontà di un gruppo di persone che decide di mettersi in gioco con la creazione di un prodotto, che trae ispirazione dai luoghi in cui trova vita.
Il Major Gin viene infatti elaborato con prodotti territoriali, come le botaniche che crescono naturalmente nella zona piemontese del lago Maggiore e viene distillato dalle distillerie Rossi di Angera, sulla sponda lombarda del medesimo lago.
Nella totale indipendenza del progetto viene anche stampata la bottiglia secondo un disegno originale basato sull’idea di una bottiglia classica di profumo; il lavoro svolto sulla forma è stato molto articolato, per via dell’investimento economico che richiede una scelta del genere ma anche perchè il team di Major Gin ha inviato dei campioni di bottiglie per ricevere dei feedback da parte dei mercati esteri.
E’ molto importante anche la creazione dell’etichetta, in cui viene ribadito il concetto small batch, chiaramente tradotto in “fatto a mano” per caratterizzare maggiormente l’impronta nostrana, ed in tale direzione è stato deciso di inserire il disegno dell’imbarcazione tipica del lago Maggiore.
Il Major Gin ha una percentuale di volume alcolico del 47% ed il ginepro ha un ruolo considerevole all’interno del prodotto; ha le caratteristiche del classico gin inglese e secondo la mia filosofia è stato creato sulla falsariga del Tanqueray ma con prodotti italiani.
La nota alcolica è infatti del Tanqueray prima maniera ed una volta aperta la bottiglia si sprigionano profumi e sentori del ginepro, seguiti da una parte agrumata, caratterizzata dalla ciliegia, il che lo rende un prodotto unico.
Non è possibile elencare tutti i prodotti e le percentuali che concorrono nella ricetta originale ma va sottolineata l’importante nota del ginepro dell’area delle Alpi, la speziatura del cumino italiano, il ruolo dell’arancia e della menta piperita e l’introduzione di un ingrediente molto caratteristico che è la ciliegia piemontese, che si raccoglie nei dintorni dell’area di produzione; non ci sono spezie esotiche, che toglierebbero le caratteristiche dei prodotti italiani.
Per quanto riguarda la miscelazione non si può non abbinare il prodotto al cocktail che in qualche modo ha contribuito a ridare smalto al Gin e cioè il Gin Tonic; in questa direzione il mio intento è anche dare indicazioni per una corretta costruzione del cocktail a casa, per via della volontà di portare sul mercato un prodotto che abbia come consumatore finale anche il singolo acquirente.
Preferisco però non dare indicazioni per quanto riguarda gli abbinamenti agli addetti ai lavori: io personalmente utilizzo Major Gin e tonica Doctor Polidori.
Molto interessante nella realizzazione del Martini l’introduzione della ciliegia piemontese, che riprende la nota all’interno del Gin, e la possibilità di perforare la ciliegia, che dona all’intero drink un colore insolito ma molto accattivante.
Si tenga in considerazione che attualmente in un normale bar si trovano una decina di gin differenti, mentre in locali più indirizzati le tipologie sono ancora di più: il Major Gin in questa abbondanza ha il grande pregio di sapersi distinguere.”
33 euro per una bottiglia di gin, voi siete fuori di testa
Parere sicuramente rispettabile…io sono convinto che il prezzo, considerato singolarmente, non sia un parametro che possa dare un giusta percezione del prodotto, ma andrebbe rapportato almeno ad un altro dato.
Potremmo quindi discutere di rapporto qualità/prezzo, indispensabile per determinare la qualità di un prodotto
Il parere rimane comunque un ottimo spunto di riflessione e di dialogo!