Il Martini Vodka, il Vodka Martini
Il cocktail Martini Vodka è un drink classico, nonostante sia una variante di un celebre drink, il Martini Dry, capostipite di una schiera di cocktail che popolano la cultura della miscelazione mondiale. Il drink, meglio noto come Vodka Martini, è diventato tradizionale grazie alle citazioni del personaggio di James Bond.
La ricetta del cocktail Martini Vodka
La ricetta del Martini Vodka è rimasta inalterata nel tempo, attraversando tre ricettari ufficiali:
- 3/4 oz | 5,5 cl VODKA
- 1/2 oz | 1,5 cl MARTINI DRY
Bicchiere
Coppa cocktail
Tecnica di costruzione
stir and strain
Guarnizione
Scorza di limone
Procedimento
Versare gli ingredienti nel mixing glass con ghiaccio, mescolare e filtrare con lo strainer nella coppa cocktail. Guarnire con scorza di limone.
Note
Il drink viene a volte servito con oliva verde invece della scorza di limone.
Shaken not stirred
Il Martini Vodka è diventato un fenomeno internazionale anche per i profani della miscelazione grazie al personaggio di James Bond, ideato dallo scrittore Ian Fleming e reso immortale dall’attore Sean Connery.
Nei numerosi film della saga della spia più famosa del mondo – l’agente 007 – il personaggio è caratterizzato dall’abitudine di sorseggiare dei drink: Martini Dry, Vesper e Vodka Martini su tutti. Celebre è la frase “shaken, not stirred” con la quale si riferisce al barman di turno circa la propria preferenza sulla costruzione del drink.
Come è noto, il Dry Martini è le sue numerose variazioni vengono costruiti con tecnica stir and strain all’interno del mixing glass e non shakerati (con una rara eccezione), come richiesto da James Bond.
Nonostante egli chieda un Martini, un cocktail Martini o Dry Martini, l’agente Bond si riferisce al Vodka Martini.
Martini Vodka e Vodkatini
Il Martini Vodka – o Vodka Martini – compare nei ricettari ufficiali della IBA nelle versioni del 2004 e del 1993. Nel precedente ricettario – la 2° lista IBA del 1986 – compare il Vodkatini, nomenclatura che indica lo stesso drink, il Martini Vodka.
