Il Moscow Mule è senza ogni dubbio uno dei cocktail più richiesti da qualche anno a questa parte, e pare non subire nessun calo tra le richieste dei locali di ogni dove: per tale motivazione può essere considerato uno dei cocktail dei nostri tempi.
Ogni periodo, più o meno breve, ha un suo cocktail: chi non ricorda l’avvento di Gin Tonic e Gin Lemon (assistiamo tutt’ora ad una nuova vita per il Gin and Tonic), la fama mondiale del Cuba Libre, i miliardi di richieste di Long Island Ice Tea o gli incredibili numeri di ordinazioni di Mojito non appena il tempo si fa clemente?
Il perchè dell’alternarsi di tali mode è da ritrovarsi principalmente in fattori che dovrebbero essere analizzati da buoni sociologi; esiste però anche un dato, fondamentale, che contribuisce all’avvento di un nuovo drink che acquisisce la fama del momento: l’ingrediente base con cui viene miscelato.
La storia del Moscow Mule ha origine oltre 75 anni fa: non c’è una data precisa, alcune fonti citano il 1939, altre il 1941; è invece certo chi e dove inventò il cocktail.
Il drink venne creato da Jack Morgan, proprietario e barman del Cock’n Bull Restaurant di Hollywood, locale molto in voga frequentato da attori e cantanti come Jim Morrison, Rod Stewart, Richard Burton e Jack Webb.
Barman Jack elaborò il Moscow Mule insieme a John Martin, storico presidente di Heublein, che fù un colosso statunitense produttore e distributore di alcolici, il quale aveva da poco acquistato i diritti per commericiare la Vodka Smirnoff; tali diritti gli erano stati concessi dal signor Kunett, russo emigrato negli Usa attivo nel settore della distribuzione, il quale non riusciva però a mantenere gli impegni presi con Vladimir Smirnov, figlio del fondatore del celebre marchio, dal quale aveva ottenuto i diritti.
John e Jack decisero quindi di elaborare un drink che potesse permettere la commercializzazione della vodka, e l’abile barman propose una ricetta a base di vodka, ginger beer e succo di lime; l’intuizione di proporre il drink in una particolare tazza di rame , il Copper Mug, decretò il rapido successo del drink.
L’incontro tra i due uomini fu dunque perfetto: John Martin non era l’unico ad avere un forte interesse nello spingere il cocktail.
Jack Morgan infatti, oltre alla fama del creatore del drink più celebre negli anni 50, aveva l’intenzione di commercializzare il Cock’nBull Ginger Beer: l’unione dei due prodotti principale era dunque anche, e forse soprattutto, un matrimonio di interessi.
Il Moscow Mule rimane un ottimo drink, che ha avuto una recente rinascita grazie alla riproposta, arricchita da un nuovo e controverso particolare: la guarnizione.
Attualmente, non di rado, si vedono serviti dei Moscow Mule in tazza di rame e con la guarnizione di un cetriolo: questo fatto è tutt’ora ogetto di un grande dibattito.
L’IBA, di cui il Moscow Mule fa parte della lista ufficiale nella categoria Contemporary Classics dall’ultima edizione del ricettario datata 2011, prevede la seguente ricetta:
- 4.5 cl (1 1/2 oz) Vodka
- 12 cl (4 oz) Ginger Beer
- 1.5 cl (1/2 oz) succo di lime
servito in un highball con ghiaccio e con una fetta di lime come guarnizione.
Non vi è traccia di alcun cetriolo, e tale fatto potrebbe far propendere per la mossa commerciale, atta a dare nuovo smalto al drink.
Di contro si può presumere che l’introduzione della nuova guarnizione sia una miglioria: abbiamo assistito in tempi recenti a numerose rivisitazioni di classici con l’avvento della nuova mixology, la quale spesso porta ad arricchimenti non solo estetici dei drink, pur conservando un equilibrio che renda la bevuta sempre piacevole.
Per cercare di analizzare da più vicino la questione riportiamo il parere di un barman molto esperto e qualificato, Matteo Barbieri:
“L’introduzione del cetriolo deriva dall’usanza tipica russa di accompagnare drink alcolici con cetrioli sotto aceto: è un rituale che si associa molto frequentemente quando si beve vodka liscia, anche perchè l’acidità del cetriolo aiuta lo stomaco nello digestione dell’alcol.
Io credo che il drink servito con la guarnizione di cetriolo debba essere chiamato in un altro modo: io ho inserito entrambe le versioni nella drink list con due nomi differenti: Moscow Mule per il classico Iba, Moscow Mule Rivisitato per la versione con cetriolo.
Capisco che il cliente possa volere la “nuova” versione, ma se non ho ulteriori indicazioni io preferisco prepararlo con vodka, ginger beer, succo di lime e guarnito con la fettina di lime.
In ogni caso lo reputo un drink straordinario, molto fresco: credo che farà molto fatica a passare di moda, viene molto richiesto, in entrambe le versioni.
Tempo fa una ragazza è entra nel locale chiedendomi se sapessi fare il Moscow Mule, gli ho risposto di si e lei ha ribadito:
“Perchè non hai messo il cetriolo?”
La mia risposta è stata, sorridendo: “Perchè non ci va, ma se lo vuoi lo mettiamo lo stesso”
In sintesi non sono comunque d’accordo sull’uso del cetriolo!”
Sono pienamente d’accordo con il barman Matteo senza citriolo anche perché ho visto la guarnizione a fette oppure con la rondella Saluti e abbracci Gianfranco