Il Painkiller
Cocktail a base di rum e ingredienti tropicali, il Painkiller è un drink circondato da storie e aneddoti che rinforzano la propria fama, nonostante una giovane età rispetto ad altri memorabili cocktail.
Spesso associato alla Piña Colada, paragonato allo Zombie di Donn Beach, il cocktail Painkiller ha una sua salda identità. A volte viene catalogato come Tiki Drink, per via della natura degli ingredienti che lo compongono, altre come coladas , per via della texture soffice e schiumosa e contenente ghiaccio e frutta.
Ricetta del cocktail Painkiller
La ricetta ufficiale del Painkiller è legata all’uso del Pusser’s Rum: si consiglia di sperimentare con altri rum, con caratteristiche simili:
- 2 oz | 6 cl PUSSER’S RUM
- 4 oz | 12 cl SUCCO D’ANANAS
- 1 oz | 3 cl SUCCO D’ARANCIA FRESCO
- 1 oz | 3 cl CREMA DI COCCO
BICCHIERE: tumbler
TECNICA DI PREPARAZIONE: shake and strain
GUARNIZIONE: spolverata di noce moscata
PROCEDIMENTO
Inserire gli ingredienti in uno shaker con ghiaccio, agitare vigorosamente e filtrare nel bicchiere con ghiaccio tritato. Decorare con una spolverata di noce moscata grattugiata (eventualmente anche con una fetta d’ananas o cannella).
Alcuni preferiscono eseguire un double shake: il secondo viene eseguito filtrando il ghiaccio usato nel primo shake. Questa procedura dona una texture più soffice al drink. Non è così raro trovare Painkiller costruiti con il blender.
NOTE
Il drink a volte viene servito in un highball o hurricane, meno di frequente nel tiki mug. Spesso alla noce moscata viene abbinata una fetta d’ananas, in alternativa una stecca di cannella. Alcune ricette presentano rapporti differenti nel mix di succhi e crema di cocco.
Contro il logorio
“Contro il logorio della vita moderna” recitava il grande Ernesto Calindri negli anni 60 in un famosissimo spot pubblicitario del Cynar, entrato nella storia della comunicazione. Al termine dello spot, l’attore – che in coppia con Franco Volpi diede vita ai celebri caroselli della China Martini – sorseggiava il liquore seduto ad un tavolo collocato nel bel mezzo di una via trafficata da auto.
La sensazione di rilassamento che trasmette tale scena è di una stupefacente attualità: se non fosse girata in bianco e nero (e recitata con un verve differente) si potrebbe pensare ad uno spot contemporaneo.
La figura di un drink come oggetto di una scena che rifletta il relax è ben collocata nell’immaginario collettivo. Pensiamo ora di ricreare la stessa sensazione in un luogo più consono al relax che una via trafficata di una grande città.
Immaginiamo di essere su un’isola caraibica, seduti in un bar all’aperto e osservando il mare turchese che costeggia le Antille: cosa beviamo? Certamente un Painkiller!
Isole Vergini
Questo è probabilmente ciò che provavano i visitatori che approdavano al Soggy Dollar Bar negli anni 70: il locale – situato sull’atollo Jost Van Dyke, nell’arcipelago della Isole Vergini Britanniche, a cavallo tra le Grandi e le Piccole Antille – ripagava la fatica dei visitatori esibendo un cocktail delizioso, il Painkiller.
La fatica degli avventori non era certo eufemistica: negli anni 70 il piccolo atollo – che prese il nome dal corsaro olandese che colonizzò le isole – non aveva alcun porto per poter permettere l’attracco delle imbarcazioni. Questa mancanza non impediva ai più intrepidi l’approdo sull’isola, che avveniva a nuoto.
Presso il Soggy Dollar Bar si poteva quindi gustare un cocktail a base di rum, fresco e piacevole come pochi altri. Il creatore del drink resta ufficialmente ignoto, ma sono in molti a pensare che fu uno tra George e Marie Myrick, i coniugi che nel 1970 aprirono il Soggy Dollar Bar e l’adiacente Sandcastle Hotel.
E’ invece certo che il nome Painkiller – che significa antidolorifico – derivi dal frutto della pianta del Noni, nota anche come gelso indiano, un potente antidolorifico e antinfiammatorio naturale, considerato un rimedio polinesiano contro ogni male.
I coniugi
George e sua moglie Marie navigarono a lungo, noleggiando barche alle Bahamas, poi alle Isole Vergini. Hanno quindi affittato un’isola disabitata, Little Thatch, nelle Isole Vergini Britanniche, e l’hanno trasformata in un piccolo hotel.
Dopo sei anni, lasciarono l’isola per acquistare un’incantevole proprietà sulla spiaggia a Jost Van Dyke , dove hanno costruito il Sandcastle Hotel e il Soggy Dollar Bar. George è l’autore di Incredible Virgin Island Adventure: A True Story.
Dalle memorie di George si può leggere:
By some delightful experimentinf Marie and I came up with a very tasty rum drink. Our mix consisted of orange juice, pineapple juice and coconut cream. We added che coconut cream slowly until we said,wow, this is it! We sloshed it over some measured ounces of rum – Mount Gay or Cruzan Gold – dealer’s choice. Last, but not, ground nutmeg was sprinkled on top. This, we decided, was terrific house drink. Marie named the drink Painkiller, after a local bush growing near the Gusset House.
(Grazie ad alcuni deliziosi esperimenti, Marie ed io abbiamo ideato una bevanda al rum molto gustosa. Il nostro mix consisteva in succo d’arancia, succo d’ananas e crema di cocco. Abbiamo aggiunto la crema di cocco lentamente fino a quando non abbiamo detto, wow, è così! L’abbiamo versato su alcune once misurate di rum – Mount Gay o Cruzan Gold – a scelta del commerciante. Ultimo, ma non, la noce moscata macinata è stata cosparsa sopra. Questo, abbiamo deciso, era un fantastico drink della casa. Marie ha chiamato la bevanda Painkiller, dopo un cespuglio locale che cresce vicino alla Gusset House.)
La ricetta segreta
La ricetta del Painkiller – almeno sino alla pubblicazione del libro di George – rimane segretamente custodita all’interno del Soggy Dollar Bar. Secondo alcune fonti, la stessa esistenza del cocktail non oltrepassa i confini britannici d’oltre oceano: almeno sino a quando un ufficiale della Royal Navy non annusa l’odore di un affare.
Due passi indietro: tot e navy rum
Tot
Sulle imbarcazioni della Royal Navy che solcano le rotte caraibiche vigeva una tradizione plurisecolare che consentiva a tutti i membri dell’equipaggio di ricevere una razione giornaliera di rum. Il Tot – la razione quotidiana di rum – entra in vigore nel 1655 e resiste sino al 1970, quando il 31 luglio viene ufficialmente dismessa la consuetudine, nel giorno che verrà ricordato come il Black Tot.
Navy Rum
Il rum elargito nel corso dei secoli è il famoso Navy Rum, un blend di rum differenti prelevati presso le distillerie dei possedimenti britannici nei Caraibi. L’appellativo – come logico – indica che tale rum sia destinato come rancio sulle navi della flotta britannica.
Charles e Pusser’s
Charles Tobias – ammiraglio della Royal Navy di origini canadesi – entra certamente in contatto con il rum e visita i protettorati britannici siti nelle Americhe; dopo avere tentato di riprodurre il Painkiller, decide di compiere un’impresa commerciale che gli consegnerà gloria e denaro.
Charles possiede uno spirito avventuriero con pochi eguali: sopravvissuto all’abbattimento del suo caccia dal fuoco nemico in Vietnam (fu marines e pilota per la US Air Force), ha inoltre compiuto per ben due volte il giro del mondo in barca a vela, accompagnato da due marinai, un ghepardo e uno scimpanzé. Le imprese nautiche dell’ufficiale sono documentate grazie alla produzione del film The way of the Wind, scritto e diretto dallo stesso Tobias.
Dopo alcuni affari commerciali andati in porto (mai come ora risulta adatta l’espressione), Charles fonda nel 1979 la Pusser’s West Indies presso le Isole Vergini Britanniche, con lo scopo di riprodurre il leggendario Navy Rum britannico. Per l’occasione, riesce a reperire l’antica formula del blend di rum, grazie alla richiesta presentata all’Admiralty Board della Royal Navy: in cambio, Tobias si impegna e versare una donazione al Royal Navy Sailor’s Fund (Tot Fund) – ente benefico della marina britannica – per ogni bottiglia venduta.
Il Pusser’s Rum diviene un rum molto noto e un marchio molto visibile, grazie all’apertura di pub, rivendite, ristoranti e negozi che vendono merchandising.
Pusser’s Rum
Il Pusser’s si pone sul mercato dei rum come un buon Navy Rum, prodotto dalla miscelazione di rum provenienti da Trinidad e Guayana, distillati presso uno storico alambicco di Port Mourant.
La gamma dei rum Pusser’s comprende tre prodotti: il Pusser’s British Navy Rum Blue Label, il Pusser’s British Navy Rum Issue Strenght Gunpowder Proof e il Pusser’s Aged 15 Y.O.
Curiosamente, il nome Pusser deriva dalla storpiatura del termine purser, che era l’addetto alla somministrazione del tot sulle imbarcazioni della Royal Navy.
Painkiller, Pusser’s e trademark
Per quale motivo la ricetta originale del Painkiller prevede che venga impiegato proprio il Pusser’s Navy Rum?
L’intraprendenza di Charlese non si ferma al rum; grazie ad un’abile mossa commerciale, l’ex ufficiale riesce a registrare il marchio Painkiller: da quel momento, il drink delle Isole Vergini Britanniche deve (dovrebbe) essere preparato con il rum Pusser’s.
Tralasciando la dubbia correttezza di un’azione simile, il Painkiller viene associato indissolubilmente al brand Pusser’s, così come in passato è accaduto per altri cocktail.
Si ricordi del legame tuttora esistente tra il cocktail Dark’s’Stormy e il Gosling Rum, o il drink Bacardi con l’omonimo rum di origini cubane.
Che sia prodotto con Pusser’s – come voluta da Tobias – oppure con Mount Gay o Cruzan Gold – come descritto da Myrick – il Painkiller rimane uno dei cocktail con rum più irresistibili nel mondo.
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