Le etichette di ogni bottiglia, sia essa una birra comune ed economica piuttosto che un distillato molto pregiato, sono importanti e riportano una serie di informazioni che raccontano il prodotto sotto molte sfaccettature.
Sulle etichette, oltre alle obbligatorie informazioni regolate dalle leggi, si trovano infatti le informazioni relative alla produzione ed alla azienda detentrice del marchio; sono altresì importanti le indicazioni che caratterizzano il prodotto e lo collocano in una categoria di settore.
E’ logico attendersi che sull’etichetta della bottiglia di birra venga impresso il nome della tipologia (lager, weizen, bock, ecc ecc) mentre sopra a quella appiccicata sul vetro di un distillato troveremo, nel caso di prodotti che basino la propria importanza sull’invecchiamento, gli anni di conservazione o la nomenclatura relativa all’età.
In questa ottica è importante fare chiarezza intorno a due termini usati, a volte senza criterio, per caratterizzare l’età di un distillato: affinato e barrique.
Il termine affinato è un aggettivo che ha il significato di “depurato, purificato, ingentilito, migliorato“
Il termine “barrique” indica la botte in rovere in cui viene fatto riposato, o affinato, un certo tipo di vino o di distillato, usualmente la grappa.
E’ logico attendersi che un passaggio in barrique più o meno lungo equivalga ad un affinamento ugualmente longevo, con evidenti miglioramenti con il perdurare della sosta del liquido nella botte: per questo motivo il passaggio in barrique determina un grado di raffinatezza ulteriore, rendendo il distillato più pregiato e quindi più costoso.
Da questo piccolo quadro della situazione è logico attendersi che le diciture “barrique”, “affinato in barrique” oppure “affinato” debbano essere seguite da una indicazione in termini di anni per regolare il grado di stagionatura.
Il termine “affinato” o “barricato” usato singolarmente non significa nulla!
Grazie al barman Mauro Uva, esperto di grappa e collaboratore di Nardini Distillerie, affrontiamo l’annoso dilemma:
“E’ opportuno affermare che i termini “affinata” e “barricata” privi di una indicazione temporale non hanno nessun significato ma sono usate da alcuni brand per confondere l’utente finale, e ciò è imbarazzante.
Il termine barrique non è approvata dall UTF, non sono contemplati come termini.
Barrique senza una denominazione accanto non vuol dire nulla perchè non indica e non esprime un concetto di tempo: tanti brand giocano sul termine e si basano sull’ignoranza”
Come segnalato da Mauro stesso, a conferma di tutto ciò è intervenuto il Ministero delle Politiche Agricole con l’introduzione di una normativa più rigida al fine di tutelare il distillato più famoso e caratteristico d’Italia.