Luca Picchi e il Negroni
Luca Picchi è uno dei barman più noti a livello nazionale, ed è una figura di riferimento nel panorama del bartending italiano. Luca è noto per essere il massimo esperto in tema di uno dei prodotti italiani più famosi all’estero: il Negroni.
Per conoscere il Negroni, celeberrimo cocktail che ha deliziato milioni di persone durante il periodo dell’aperitivo (e non solo…) dobbiamo fare la conoscenza della persona che lo ideò, e di cui porta il nome: il Conte Camillo Negroni.
Luca Picchi, dopo un lungo e laborioso lavoro di ricerca, ci fornisce l’occorrente per conoscere tutto ciò che riguarda il Negroni. Come nacque, dove, come, perché. Oltre a fornirci una miriade di particolari interessanti, Luca riesce a collocare il lettore nel periodo storico vissuto dal conte, procurandoci una visione dettagliata dell’atmosfera del tempo, grazie ad un racconto splendidamente affascinante.
Tutto ciò grazie al libro da lui scritto, “Sulle tracce del Conte, la vera storia del cocktail Negroni” (edizioni 2000, 2003, 2006) e dal successivo, “Negroni cocktail, una leggenda italiana” del luglio 2015 (Giunti editore).
Sulle Tracce del Conte e Una Leggenda Italiana
Cogliamo l’occasione di una bella chiacchierata in tema di bar per venire a conoscenza, direttamente dalla voce di Luca ed al suo inconfondibile accento fiorentino, di alcuni particolari che in molti ignorano:
“Un giorno decisi di indagare, con la volontà di mettere a tacere coloro i quali sostenevano che il conte fosse nato a Roma, a Milano, in Patagonia, oppure in Africa. La storia del conte Negroni è la storia di un personaggio nato e morto a Firenze ma che girò il mondo in un periodo fantastico.
Intervistando Franco Scarselli, figlio minore di Fosco Scarselli, il giovane barman che serviva il cocktail Negroni al conte, venni a sapere che il nostro personaggio era un cowboy! Il Conte e Scarselli erano molto amici, nonostante la differenza di età. Quando il Conte era a Firenze ed il barman al Golf Club si incontravano spesso i venerdì per passeggiare e chiacchierare.
Il conte Negroni aveva lavorato per oltre sedici anni in un ranch nel Wyoming, avendo dimestichezza con i cavalli per merito del proprio passato, avendo frequentato la scuola di cavalleria presso l’Accademia Militare di Modena. Era il responsabile del ranch e dopo l’esperienza da cowboy si trasferì a New York City dove rimasi per cinque anni. In quel tempo aprì una scuola di scherma a Madison Avenue, una delle zone più centrali di Manhattan. Questo fatto è indicativo in merito alla disponibilità economica del conte, il quale frequentava ambienti legati alle scommesse, essendo un temerario, ma anche più eleganti, ed evidentemente degli american bar.
Era il periodo della golden age dei cocktail ed il Conte, rientrando in Italia, sapeva benissimo cosa fosse la miscelazione. Dopo un periodo a Bolgheri, occupandosi dei cavalli della famiglia Della Gherardesca, tornò a Firenze e appese gli stivali al chiodo. Qui si dedicò ad una vita borghese: in una sua carta di identità del 1926 si può leggere nello spazio riservato alla professione “benestante”.
Iniziando a frequentare certi tipi di salotti venne a contatto con nobili ed intellettuali, anche stranieri Il Conte era bilingue dalla nascita e aveva conoscenza anche della lingua spagnola e francese. Considerando che da poco la città di Firenze lasciava il suo ruolo di capitale italiana è immaginabile quale fascino e quale atmosfera si respirasse in città.
Erano gli anni degli artisti in esilio, dei letterati fiorentini che facevano a pugni con i futuristi in Piazza della Repubblica ed erano gli anni in cui nasceva il Negroni. Molto probabilmente furono proprio i futuristi che, a loro insaputa, furono gli apostoli del drink, diffondendolo a Milano e a Roma. Non è un caso se i primi twist del Negroni nacquero proprio a Roma e a Milano, con il Cardinale negli anni 50 ed il Negroni Sbagliato negli anni 70.”
Invitiamo coloro i quali vogliano approfondire la storia a leggersi gli scritti di Luca.
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